IL PRANZO PASQUALE

La Pasqua è la più antica delle feste della cristianità, ma anche prima della nascita di Cristo occupava un posto centrale nella religione ebraica. Gli ebrei, infatti, la celebravano e la celebrano tuttora per ricordare l’esodo del popolo d’Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè, che dettò la scelta degli alimenti e la loro preparazione. L’agnello maschio (d’età inferiore all’anno) arrostito intiero, con testa e viscere, il pane senza lievito e le erbe amare. Per i cristiani, invece a Pasqua si festeggia la Resurrezione di Cristo tre giorni dopo la morte per crocifissione, e vengono conservati come simboli l’agnello e il pane, aggiungendovi il lievito nella farina, ma rinunciando alle erbe. Le due tradizioni coincidono nel ricordo dell’ultima cena. Infatti era la cena pasquale ebraica quella durante la quale, desinando con i dodici apostoli, Gesù preannunciò il tradimento di Giuda e istituì l’Eucarestia.
Di pari passo all’aspetto religioso dobbiamo segnalare anche quello agricolo, è infatti in questo periodo dell’anno che la natura manifesta in pieno i segni della propria “resurrezione”, la Pasqua cade nella prima domenica dopo la luna piena e viene in coincidenza o subito dopo l’equinozio di primavera. Una filastrocca toscana dice: “domenica mattina – una grossa gallina – un quarto di capretto – un uovo benedetto - una fetta di schiacciata – e la Pasqua è già passata.”
In certe località nell'imbandire le tavole si privilegia la tinta gialla, perchè è di questo colore il tuorlo dell'uovo che contiene il mistero della vita, simboleggiante la resurrezione della natura. Fra tutte le pietanze tipiche della Pasqua, quale simbolo che caratterizza il corpo di Cristo, vogliamo prendere in considerazione il pane. Da sempre è realizzato con diversi metodi a seconda dell’identità territoriale; a Roma si mangia la focaccia con semi di finocchio, nel contado toscano è invece tipico il pane di ramerino, impastato con farina, olio, rosmarino e uva passa. In entrambi il simbolismo pasquale emerge grazie a finocchio e rosmarino che ricordano gli oli aromatici con i quali le donne unsero il corpo del Cristo deposto dalla croce.

 


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